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Recensione di “if” e “In the cave” da Genovatune

Posted By: dario On:


Un promettente quartetto sarebbe da dire di questi if, se non fosse che questi ragazzi suonano in cantina dai primi anni ’90.
Poche uscite live nei primi anni di attività e dal 95 in poi solo lavoro in studio. Lavoro e passione che hanno consentito al gruppo di perfezionare e registrare al meglio i brani inclusi nel cd rom che mi ritrovo fra le mani. Al suo interno, la bellezza di due album completi oltre a cartelle contenenti la storia del gruppo ed i testi di tutte le canzoni.

Questi ragazzi si esercitano con una musica essenziale, a tratti asciutta, a tratti complessa, che molto deve al rock “AOR” degli anni “80”, al folk ed al blues elettrico di matrice USA. Una combinazione sonora che nel suo svolgersi rimane ancorata agli anni 80, con tutti i pregi e i difetti che questo comporta, ma che riesce talvolta a penetrare dritta fino al cuore di chi ascolta.
I 18 brani contenuti nei due album, il primo “IF”, il secondo “In The Cave”, sono altrettanti quadretti che riportano al passato ed i molti anni di attività del gruppo (4 elementi più collaboratori esterni), seppur trascorsi in studio, si sentono e bene. Registrazione e produzione curate nei dettagli, canto in inglese con testi facilmente comprensibili rendono i brani di facile ascolto e adatti a qualsiasi palato.
Tra gli episodi del disco, ricordo l’ottima “Don’t Go” in perfetto stile AOR (Toto, Foreigner)con echi dei primi Moody Blues, “Blisters” che potrebbe far parte della colonna sonora del Rocky Horror Picture Show, “D is Dead” con i suoi quasi 12 minuti di paesaggi progressive abilmente strutturati.
E poi ancora “In The Cave”, che molto deve ai cari vecchi Floyd, ma si tinge di dark nel finale e “Classmates”, un garage rock cavernoso che non mi aspettavo. Confesso che mi ha colto di sorpresa.

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