Bellissima recensione di Gerry D’Amato su Frastuoni!
Gli Ifsounds, precedentemente conosciuti come If, sono una prog band italiana, formatasi agli albori degli anni ’90. Il gruppo inizia presto a raccogliere consensi, affermandosi tra i più interessanti della scena indipendente. Nei primi 2000, gli Ifsounds cominciano a fare sul serio e i loro dischi conquistano i favori della critica, su tutti The Stairway (2006) e Apeirophobia (2010), con quest’ultimo che verrà insignito del premio “Best Italian Album” ai ProgAwards. Dopo la pubblicazione di Red Apple, nel 2012, la band entra in un vortice di instabilità, tanto da palesarsi lo spettro dello scioglimento. Della formazione iniziale sono rimasti, ormai, solo Claudio Lapenna e Dario Lastella, a cui non basta vivere nel ricordo degli ottimi traguardi raggiunti fino a quel momento. Decisivo, ai fini della ripresa, è l’incontro con Pierluca De Liberato, noto come “Runal”, cantante di estrazione rock-blues. A lui si aggiungono anche Fabio De Libertis, al basso, e Gianni Manariti, alla batteria, e gli Ifsounds ritornano in corsa.
È datato luglio 2015, infatti, l’ultimo lavoro del gruppo. Intitolato Reset, il disco si discosta, non totalmente, dal sound proposto in precedenza, orientandosi verso un approccio decisamente rock, frutto di un determinato processo di rinnovamento. Prodotto dalla Melodic Revolution Records, l’album si presenta in due versioni: una italiana ed una inglese (la recensione tratta della versione in lingua anglosassone). Si parte con When I Was Born Again, brano caratterizzato da un interessante dinamismo, nonché sintesi della nuova scelta stilistica della band. Seguono il tocco psichedelico diFR9364 ed il classic rock di 40-14. Pezzi interessanti, che aprono le porte a Laura, una ballad coinvolgente, in cui si esaltano il suono del flauto e degli archi. Si ritorna ritmi elevati con I’ve Never Hated Anyone, brano hard-rock che, con la sua posizione centrale, spezza, grazie ad una potente onda d’urto, suoni decisamente più ricercati. La track sei è Run Away. Condita da sfumature prog, colpisce per il suo scorrere sognante. La buona Flashback e la nostalgica Fading To Blue stendono il tappeto per la title-track, quella Reset che si pone a manifesto del passato del gruppo, dimostrando che gli Ifsounds sono ancora in grado di sfornare brani puramente progressive. Chiude il disco l’energica The Tide.
Gli Ifsounds hanno superato brillantemente le difficoltà incontrate e questo album ne è la riprova. Ardita, ma vincente, la scelta di passare ad un sound più diretto. Che sia il preludio di un nuovo inizio? Credo proprio di si. Consigliato!