Di Mario Giammetti avevo letto alcuni ottimi libri dedicati ai Genesis, uno dei miei gruppi preferiti in assoluto. Vedere la prima recensione in assoluto di An Gorta Mór pubblicata su una rivista prestigiosa come Classic Rock e scritta da lui è davvero una grande emozione.
Grazie a Mario, e ovviamente a Donato e Francesca di Synpress44.
Ecco l’intervista rilasciata all’Alligatore sul suo blog
Come è nato Reset?
Fabio De Libertis (basso): Reset è un punto di partenza, come nella vita così anche nella musica, è rialzarsi da uno shock ed avere la forza e il coraggio di ricominciare…
Dario Lastella (chitarra): gli ifsounds erano un gruppo molto diverso fino al 2012, una sorta di “studio band” formata da musicisti che vivevano molto lontani tra loro. Il materiale prodotto fino ad allora, pur essendo estremamente valido, non aveva l’immediatezza e la compattezza che solo una rock band “vera” può dare. Dal 2013 ho deciso di riformare il gruppo seguendo una logica più tradizionale e dopo aver ricostituito la line up dei nuovi ifsounds, sono partiti i lavori per questo album.
Runal (voce): Dalla voglia di creare musica per dimenticare, risolvere e immortalare (chi più chi meno) un nostro periodo della vita.
Perché questo titolo? … un titolo molto chiaro e semplice/diretto.
Claudio Lapenna (tastiere): “Reset” è la sintesi che massimamente rappresenta i cambiamenti della vita, soprattutto quelli drastici. Curiosamente oltre ai cambiamenti riguardanti la band, questo periodo ha rappresentato per alcuni di noi anche un periodo di profondi cambiamenti personali, un “reset” a volte anche traumatico, ma necessario.
FDL: “Reset” non è una scelta casuale: gli ifsounds si sono “resettati” e così le loro sonorità. La nuova impronta che abbiamo dato alla band, pur restando radicata nel progressive anni ’70, ha un approccio più diretto, alternando momenti di rock più spinti a ballad e sonorità psych/progressive. Questo nuovo corso è la sintesi dei vecchi ifsoundscon le influenze musicali di noi nuovi.
R: Perché siamo dei fottutissimi operai! (o operai fottuti..)
Come è stata la genesi del cd, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
DL: Dal punto di vista concettuale volevamo costruire un album che esprimesse le emozioni derivanti da un ciclo di vita e il lento e faticoso inizio di un nuovo ciclo. Essendo l’argomento complesso ho deciso di “asciugare” gli schemi autoriali, scrivendo testi molto semplici e diretti, in linea con la musica. La musica infatti spesso è dura, nervosa, cambia spesso come l’umore di alcune giornate no, è ricca di colori e tessiture diversi, dalla chiarezza di una luce di speranza un po’ malinconica, all’oscurità di una disperazione avvelenata dalla rabbia.
FDL: Musicalmente ognuno di noi ha portato idee ed esperienze musicali molto diverse. La genesi delle canzoni è stata quindi il percorso di amalgama che ha portato ognuno di noi a dare un pezzo di sé al risultato finale. I pezzi sono stati costruiti quasi artigianalmente in sala prove, cercando e provando le soluzioni più disparate prima di raggiungere il risultato ottimale.
R: musicalmente non ci conoscevamo molto, quindi all’inizio abbiamo elaborato le idee di Dario col nostro modo di suonare/cantare, pian piano sono uscite le nostre personalità.
Qualche episodio che è rimasto nella memoria durante la lavorazione del disco?
FDL: Come in ogni lavoro ci sono sempre molti aneddoti divertenti. Il primo che mi viene in mente è la registrazione delle mie parti di basso, in cui per tre giorni abbiamo cercato invano il setting giusto per i suoni insieme a Dario sulla mia complicata pedaliera, ottenendolo poi semplicemente lasciando solo due effetti base analogici e collegando il basso direttamente alla testata… E’ superfluo sottolineare che alla fine ci siamo guardati in faccia come due idioti… In fondo niente è meglio delle cose fatte come una volta!
R: Forse la cosa più divertente è stata vedere la faccia perplessa di un nostro amico, il mitico Malef, che durante le registrazioni dei cori punky-style di Forty-Fourteen ci guardava perplesso … Ma lui è un metallaro duro e puro, di quelli che non accettano compromessi e contaminazioni!
Se questo cd fosse un concept-album su cosa sarebbe? … anche senza volerlo.
CL: Reset è un concept album!
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri di Reset?… che vi piace di più fare live?
CL: Per i miei gusti, il pezzo migliore è sicuramente Laura.
FDL: Io sono legato soprattutto a Reset, un brano nato volutamente con uno “spirito libero” e grazie al quale siamo riusciti a fissare i punti cardini dei nuovi ifsounds.
DL: Mi è difficile dire un solo pezzo. Forse Sono nato due volte, il pezzo iniziale. L’inizio del nuovo viaggio degli ifsounds, visto che è stato anche il primo pezzo che abbiamo arrangiato con la nuova formazione. Nella versione live mi piace anche molto FR9364.
Il cd è uscito con una label dal bel nome Melodic Revolution Records… come vi siete trovati? Presentateli … altri nomi da citare per questo disco?
DL: Con la Melodic Revolution Records di Nick Katona collaboriamo da diversi anni. Non solo il nome della label è bello, ma anche la sua filosofia, incentrata non sulla vendita, ma sull’artista e sulla musica. Per noi essere nella famiglia MRR, è un onore, vista la grande qualità del suo roster, composto da grandi musicisti da tutto il mondo, spesso nomi davvero importanti nell’ambiente.
R: Vorrei citare anche la presenza degli amici Hexperos, grande band di musica neofolk e medievale, che ci hanno prestato il loro talento sul brano Laura, arricchendola con gli archi e il flauto.
La copertina colpisce subito, con questi disegni in movimento … come tutto il lavoro grafico, ben curato. Come è nato e chi è l’autore?
DL: L’autrice del quadro in copertina è la pittrice teramana Fabienne Di Girolamo. E’ una grande artista che utilizza un approccio molto personale all’arte figurativa, da lei definito “espressionismo sintetico”, tutto giocato sul dinamismo delle forme, sui contrasti di colore molto netti e sull’utilizzo della linea nera come separazione e allo stesso tempo congiunzione delle figure. Consiglio a tutti di farsi un giro sul suo sito per dare un’occhiata ai suoi lavori. http://fabiennedigirolamo.com.
Come e dove presenterete l’album?
FDL: L’obiettivo per completare il “reset” degli ifsounds è trasformare una “studio band” in una “live band”. A questo proposito stiamo lavorando duramente per mettere su un live in grado di valorizzare il nuovo album e i migliori brani della storia di ifsounds.
CL: Questo nel mondo reale. Nel mondo virtuale stiamo presentando il disco un po’ ovunque, anche grazie alla preziosa collaborazione dell’ufficio stampa Synpress 44 di Donato Zoppo e Francesca Grispello.
DL: Intanto abbiamo anche pubblicato il primo video tratto dall’album Sono nato due volte, realizzato ancora grazie all’aiuto di Fabienne Di Girolamo che ci ha fatto entrare nel suo studio e di Valentina Gatti che ha fatto da modella per il filmato. Qui otete vedere il video:https://www.youtube.com/watch?v=Sv1tJrOA7Hc
Altro da dichiarare?
DL: Semplicemente ringraziare te, Alligatore, per lo spazio che ci stai concedendo e tutti i tuoi lettori che vorranno scoprire la nostra musica!
R: ”Sciine non pago!” cit. zingaro al posto di blocco (..scusate)
Grazie all’ottimo lavoro del nostro ufficio stampa Synpress44 la notizia dell’uscita di Reset ha avuto un grosso risalto su tantissimi siti di informazione e blog musicali.
Volevo ringraziare, sperando di non dimenticare nessuno SpazioRock, NonSolo ProgRock di Massimo Salari, TuttoRock.net, Udite-Udite, Italia che vivi, Il blog della musica, Deliri Progressivi, UndergroundZine, Music on TNT, Andergraund, MusicMap.it, Rocking.tv e FattiItaliani.
Riporto qui il testo dell’intervista di presentazione di Reset rilasciata a Donato Zoppo.
Gli Ifsounds ci hanno abituato a continui cambiamenti, stavolta ancora più marcati. Innanzitutto una formazione nuova di zecca…Dario Lastella: All’inizio del 2013 sono rientrato in Italia dopo dieci anni all’estero. Una delle primissime cose che volevo fare era riorganizzare ifsounds, ma purtroppo i miei ex compagni di avventura, tranne Claudio Lapenna, non si sono resi disponibili a continuare con la band. Per questo motivo ho iniziato una lunga selezione per individuare gli elementi giusti in grado di far ripartire il progetto nel modo migliore.Reset è un titolo decisamente eloquente…Sì. Il titolo dell’album è nato naturalmente: i brani erano già pronti, quando in un viaggio in auto ho visualizzato il titolo, che era già lì davanti a me come la soluzione più logica, ma che non riuscivo a vedere: Reset, come un nuovo inizio, nuove sonorità, nuova formazione, ma soprattutto nuova vita.Solitamente gli Ifsounds danno un taglio concettuale alle loro opere. È così anche per Reset?Certo. Reset rappresenta un nuovo inizio da tutti i punti di vista, sia dal punto di vista stilistico, sia concettuale: i testi parlano di come ricominciare, di come rialzarsi dopo uno shock, di come a volte il mondo che ci circonda si trasforma, come una spiaggia che appare diversa la mattina dopo l’alta marea.La voce della new entry Runal è chiaramente orientata al rock anni ’70 e al blues: è stata la sua presenza a orientarvi per un nuovo sound o pensavate già di lasciarvi alle spalle certo prog-rock?Sì, la presenza di Runal ovviamente ci ha fatto virare verso un suono più rock e diretto, così come l’approccio al basso di Fabio De Libertis e alla batteria di Gianni Manariti. Ma in fondo era necessario il Reset per evitare di scivolare verso il manierismo dopo alcuni dischi più orientati al prog.Come mai la decisione di pubblicare due versioni, una in inglese e una in italiano?Non mi ero quasi mai cimentato con testi in italiano ed era qualcosa che volevo sperimentare, anche perché avevo bisogno di esprimere i concetti in modo più diretto e quindi dovevo usare la mia lingua. La scelta della doppia versione nasce dall’esigenza di non spiazzare troppo i nostri fan storici, che già avrebbero dovuto ascoltare un disco con sonorità molto diverse, con una voce agli antipodi rispetto alle voci femminili su Apeirophobia e Red Apple. Un disco solo in italiano sarebbe stato forse troppo, soprattutto per i fan stranieri!È stato difficile cantare nella nostra lingua o si è trattato di un processo naturale?È stato strano, ma alla fine l’importante è suonare “credibili”, cosa che purtroppo spesso non accade al rock in italiano. Speriamo di non aver subito anche noi questa maledizione.Ancora una volta siete con Melodic Revolution Records: un’etichetta di cui avete spesso tessuto le lodi.Il rapporto con MRR e Nick Katona è ormai consolidato. Loro hanno sempre creduto nella nostra musica e ci hanno sempre supportato, come noi abbiamo sempre apprezzato il loro approccio “rivoluzionario” al music business. Quindi ormai ci basta una stretta di mano per capirci, come vecchi amici. E per ifsounds è sempre un onore far parte di una famiglia che comprende grandi musicisti internazionali che rendono MRR una delle realtà più interessanti nel panorama indie.Dopo le collaborazioni con il grande Phil Naro e Andrea Garrison, in Reset arrivano gli Hexperos. A cosa è dovuta questa loro ospitata?Gli Hexperos sono tra i migliori musicisti nel loro genere, con un ampio seguito internazionale, ma sono soprattutto ottimi amici. Avevamo questo pezzo acustico che necessitava di archi e flauto e ci è sembrato naturale rivolgerci a loro. Francesco Forgione e Alessandra Santolivo hanno immediatamente accettato l’invito rendendo l’atmosfera di Laura magica come quella di tutti i loro lavori targati Hexperos.Reset è un’opera di ripartenza: cosa vi aspettate da questo disco?Ci aspettiamo una grande ripartenza per Ifsounds, di ritrovare i vecchi amici e di farne di nuovi, ma soprattutto ci aspettiamo di portare la nostra musica dal vivo, dopo troppi anni di assenza di Ifsounds dai live.
Bella e dettagliata recensione di Ferruccio Battini su Unprogged.
Grazie a Ferruccio e agli amici della Synpress44 Donato e Francesca.
Cinque album in sei anni ed una carriera musicale quasi ventennale: tanto è il bagaglio creativo che gli If (oraIFSounds) portano con sè, alla perenne ricerca di una identità che finalmente sembra delinearsi in tutta la sua pienezza. (altro…)
Mi viene sempre da sorridere quando il nostro lavoro finisce nelle mani di webzine metal (oltre a una certa preoccupazione ;-), tuttavia il buon Antonio Canciello di Metal Empire ci ha trattati (soprattutto a Elena!) decisamente bene!!!
Grazie ad Antonio e alla redazione per la bella recensione, e grazie come sempre a Donato e Francesca della Synpress44 per l’impagabile aiuto!
Ci tocca ora un bel gruppo progressive rock, gli italianissimi Ifsounds, provenienti dal Molise. La band si chiamava precedentemente If, ha poi cambiato nome per problemi di omonimia con un gruppo prog rock inglese anni Settanta. Vera protagonista di tutto il lavoro è di sicuro la bravissima Elena Ricci, vocalist del gruppo. Si può da subito intuire la sua creatività, data la fantasia delle linee vocali ma anche di tutte le curatissime parti corali che si vanno ad aggiungere, gli effetti utilizzati con enorme frequenza sulla voce e tutte le piccole idee di intrecci vocali. (altro…)
La prestigiosa rivista Rockerilla ha dedicato ad Apeirophobia questa bella recensione scritta da Enrico Ramunni.
Grazie a Donato e Francesca della Synpress44 per il gran lavoro e ad Angelo per scansione del giornale!
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